Pazienti colpiti dalla Malattia di Parkinson hanno sperimentato significativi miglioramenti nei tremori, nella mobilità e in altri sintomi del movimento, sottoponendosi ad una cura a bassa invasività basata sull’uso di ultrasuoni mirati.
Questo studio è stato pubblicato sul “New England Journal of Medicine”.
La DBS (Deep Brain Stimulation) è divenuta nel tempo la principale cura per persone affette dalla Malattia di Parkinson e che non presentavano una risposta ottimale alla levodopa. Questa metodica comporta un intervento chirurgico alla testa che prevede la collocazione, in una specifica area cerebrale, di sottili fili elettrici. Quest’area viene in seguito stimolata da segnali elettrici inviati dai fili. Gli ultrasuoni mirati sono una terapia che permette di inviare onde sonore ad alta intensità nel cervello, guidate dalle immagini della risonanza magnetica (MRI). Nel loro attraversamento, queste onde creano energia ad alta intensità generando a loro volta calore che distrugge la specifica area del cervello identificata e collegata ai tremori. E’ considerata una terapia non-invasiva in quanto non rende necessarie incisioni o forature della scatola cranica.
Entrambe le cure presentano vantaggi e svantaggi:
- Gli ultrasuoni mirati non sono invasivi e non richiedono ulteriori aggiustamenti diventando un cambiamento permanente.
- La DBS è un intervento chirurgico invasivo che consente degli aggiustamenti a mano a mano che i sintomi del movimento peggiorano, a volte anche a distanza di anni dall’intervento chirurgico. La DBS a volte si raccomanda a coloro i quali avevano già testato gli ultrasuoni mirati.
La FDA (US Food and Drug Administration) che rilascia le autorizzazioni, ha approvato gli ultrasuoni mirati come terapia per pazienti affetti da Parkinson con sintomi del movimento principalmente su un solo lato del corpo. Tuttavia la maggior parte dei pazienti con Malattia di Parkinson mostrano sintomi su entrambe i lati del corpo. Questo studio ha interessato pazienti con entrambe i tipi di sintomi.
I risultati
Gli ultrasuoni mirati colpiscono una specifica parte del cervello chiamata GPI (globus pallidus internus) che a sua volta fa parte dei gangli basali, una rete di strutture cerebrali che consentono il controllo del movimento. Nella Malattia di Parkinson la perdita di neuroni produttori di dopamina, compromette il normale funzionamento dei gangli basali. Ciò può portare ad una attività abnorme nel GPI e può contribuire al crescere dei sintomi del movimento tipici del Parkinson,
Lo studio ha valutato l’affidabilità e l’efficacia degli ultrasuoni mirati sul GPI, in test randomizzati su 94 pazienti affetti da Parkinson, con sintomi sulla mobilità. E’stato trattato solo il lato del cervello opposto a quello più sintomatico. Dei 94 pazienti, 69 sono stati selezionati randomicamente per essere esposti al trattamento, mentre ai rimanenti 25, gruppo di controllo, è stato trattato con un placebo.
Ogni partecipante ha ricevuto una valutazione clinica della gravità e della rapidità di espansione della loro Malattia, prima e dopo la cura. Circa il 70% dei pazienti trattati ha riscontrato miglioramenti dei sintomi nei tre mesi successivi, confrontati con il 32% del gruppo di controllo che non aveva ricevuto gli ultrasuoni.
Un anno dopo, è stata fatta una valutazione che ha valutato 60 dei 69 partecipanti e si è rilevato che la risposta positiva al trattamento ha riguardato il 66% dei pazienti trattati e ha continuato ad avere una risposta positiva al trattamento. Inoltre dei 25 partecipanti che furono trattati con placebo, 20 decisero di testare il trattamento con gli ultrasuoni, e il 70% ha mostrato segni di miglioramento nei tre mesi successivi e nell’anno seguente.
Circa un terzo dei partecipanti non ha mostrato alcun effetto collaterale con moderati sintomi tipo mal di testa, giramenti o nausea. Tuttavia un paziente è stato colpito da un’ embolia polmonare. Una valutazione al terzo mese ha mostrato delle patologie con effetti moderati come riduzione della vista, balbuzie, difficoltà a deambulare.
Punti salienti
- I trial clinici hanno utilizzato gli ultrasuoni miratiati per colpire i sintomi del movimento dei pazienti con Malattia di Parkinson con l’obiettivo di migliorare la situazione clinica.
- Circa il 70% dei pazienti coinvolti nel gruppo dei trattati, hanno risposto positivamente dopo tre mesi di follow-up, confrontati con il 32% nel gruppo di controllo che non era stato sottoposto agli ultrasuoni
- Circa il 66% dei pazienti del gruppo trattato con ultrasuoni ha avuto una risposta positiva che ha mantenuto anche nell’anno successivo.
Effetti sui pazienti affetti dalla Malattia di Parkinson
Nonostante sia stata approvata dalla FDA, ci vorranno anni per capire gli effetti e gli impatti di lungo periodo della terapia come cura del Parkinson. La Fondazione del Parkinson incoraggia quindi i pazienti affetti dalla Malattia a collaborare con specialisti del disordine del movimento per capire se questa terapia con gli ultrasuoni sia una buona scelta nel breve e nel lungo periodo.
Questa cura potrebbe essere efficace per mitigare gli effetti dei sintomi del Parkinson. Tuttavia gli effetti nel lungo periodo di questa cura non sono ancora conosciuti. Tutti I partecipanti allo studio saranno seguiti per un periodo di cinque anni per monitorare gli effetti nel lungo periodo della terapia.